Serve più cultura della sostenibilità
Data pubblicazione: 17 settembre 2025
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- A precisa domanda, quasi tutti rispondono sostenendo di preferire un portafoglio sostenibile.
- Nella pratica, però, la scarsa conoscenza ha la meglio e ci fa perdere interessanti opportunità.
- Per coglierle, esiste un unico modo: accrescere la cultura sugli investimenti sostenibili.
INVESTIRESTI IN PRODOTTI ESG?
La classe d'età maggiormente interessata è quella dei giovani
Fonte: indagine Censis, 2025
Quando, per la prima volta nella storia dell’umanità, negli anni Novanta del secolo scorso riuscimmo a clonare un essere vivente del regno animale (ve la ricordate, la pecora Dolly?), tutti pensammo: di questo passo, chissà dove saremo tra venti o trent’anni. E invece, quasi trent’anni dopo, la scienza è qui a dover ribadire l’ovvio: no, la Terra non è piatta.
Reperire le giuste informazioni ed elaborarle correttamente è meno scontato di quanto si pensi. Vale anche per i temi legati alla sostenibilità.
Facciamo allora un po’ di chiarezza sul tema degli investimenti sostenibili, sfatando anche qualche falso mito.
Rendimenti e falsi miti
Come prima cosa potremmo dire che quando si parla di investimenti sostenibili, l’obiettivo è far spazio nei portafogli a titoli emessi da società che, oltre ad averesolidi fatturati, utili corposi e prospettive interessanti, soddisfano precisi requisiti di sostenibilità. Come evidenzia il grafico in apertura, che riprende i dati del sesto Rapporto Assogestioni-Censis (1), malgrado i nuovi orientamenti degli operatori globali, istituzionali e di mercato, attualmente il 63,3% degli italiani afferma che investirebbe in ESG, a fronte del 52,5% del 2021. In particolare, punterebbe sugli strumenti ESG l’82,2% dei giovani.
Peccato che, sempre in base al sesto Rapporto Assogestioni-Censis, il 60,7% dei consulenti rilevi invece un calo dell’interesse verso questo tipo di investimenti. Smentendo, così, la presunta persistente attenzione proclamata dai risparmiatori.
Cosa frena lo slancio verso la sostenibilità? Alcuni falsi miti, come quello secondo cui investire (anche) sulla base di tale criterio implicherebbe doversi accontentare di ritorni modesti rispetto a quelli degli indici più classici. Niente di più lontano dal vero.
ESG E NON ESG A CONFRONTO
Periodi considerati: 1/01/2024 - 31/12/2024; 1/01/2020 - 31/12/2024; 1/01/2015 - 31/12/2024
Fonte: Morningstar Direct
I dati storici dimostrano che le strategie sostenibili possono dare rendimenti del tutto in linea con quelli di un benchmark tradizionale. In alcuni casi, persino migliori. Analogo discorso per quanto riguarda la deviazione standard, la quale ci dice quanto, in un certo arco di tempo, i risultati si sono discostati dalla media: la comparazione dà esiti molto vicini tra loro. Insomma, gli investimenti ESG si difendono molto bene. Perché? Per due ragioni, come sottolinea Sarah Sung, head of sustainable investing in J.P. Morgan Wealth Management (2).
- Affrontare adeguatamente le questioni ESG non solo non aumenta, ma può addirittura ridurre il rischio di investimento. Fattori ESG come lo sfruttamento del suolo o la gestione del capitale umano possono avere effetti molto importanti, positivi (se la sfida è affrontata nel modo giusto) o negativi (se non è affrontata nel modo corretto o se viene del tutto ignorata), sul modello di business di un’azienda.
- La sostenibilità non è un “plus” ma una macrotendenza (o Megatrend) che sta modellando l’economia e la società. Il fatto che in certe fasi subisca rallentamenti non vuol dire che stia fallendo o che sia solo una pia illusione. Prendiamo l’energia, per esempio: la transizione verso un diverso tipo di produzione, stoccaggio, distribuzione non è una fissazione “green” ma una reale e concreta necessità, sulla quale sempre di più si giocheranno rapporti di forza, crescita, produttività e competitività. Non proprio quisquilie, insomma.
Sostenibilità non è solo fare bene all’ambiente: ma quanto ne sanno gli italiani?
Giusto per completezza, ricordiamo che “sostenibilità” non vuol dire solo contrasto alle emissioni di gas effetto serra (anidride carbonica e via dicendo). Rientra nel perimetro tutto quanto è nei famosi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (3): clima e ambiente, certamente, ma anche benessere sociale, lotta alla povertà, salute per tutti, parità di genere, istruzione, istituzioni solide e trasparenti.
La domanda è: quanto sanno gli italiani di tutto questo? L’investimento si scontra non solo con i falsi miti, ma anche con la scarsa cultura in materia. Per esempio: quanti sanno che ESG sta per Environmental, Social e Governance, ossia ambientale, sociale ed etico sotto il profilo gestionale?
Ebbene, nell’ambito del Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane della Consob (4), alle domande su sviluppo sostenibile, sostenibilità aziendale, significato dell’acronimo ESG, rating ESG, definizione di attività economica sostenibile secondo la normativa europea sulla trasparenza dei prodotti finanziari (la Sustainable Finance Disclosure Regulation, o SFDR) e green bond, ha risposto correttamente il 30% degli intervistati con riferimento allo sviluppo sostenibile, il 43% per quanto riguarda la sostenibilità aziendale, il 41% per l’acronimo ESG, il 37% per i rating e il 33% con riguardo alla SFDR. L’unico dato in controtendenza è stato quello relativo ai green bond (75% circa) (5).
FINANZA SOSTENIBILE: QUANTO SANNO GLI ITALIANI?
La cultura in materia è ancora mediamente insufficiente (tolta qualche eccezione)
Fonte: rapporto 2024 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, Consob
Investire in sostenibilità: una scelta finanziaria che si conferma “smart”
Il problema è che, come abbiamo visto, la scarsa preparazione può far perdere interessanti opportunità. I dati parlano chiaro: negli ultimi anni, le aziende che hanno saputo innovare e posizionarsi in un’ottica sostenibile hanno ottenuto buone performance. E difficilmente assisteremo a una totale retromarcia: transizione energetica, decarbonizzazione, economia circolare, digitalizzazione sono tutte tendenze di lungo periodo che possiamo ragionevolmente considerare ineluttabili. E che continuano ad attirare capitali e competenze.
Chi ignora tali dinamiche non solo resta fuori da opportunità di investimento importanti, ma rischia di rimanere ancorato a un mondo economico che – piaccia o meno – presto o tardi diventerà obsoleto. Investire in sostenibilità non è un vezzo etico: è, oggi più che mai, una scelta finanziaria “smart”.
La strada migliore, come sempre, è in-formarsi attraverso fonti affidabili e competenti in materia, approfondendo il tema della sostenibilità sotto ogni suo aspetto, senza dimenticare che è sempre possibile affidarsi alla professionalità di un consulente finanziario per ogni scelta.
(1)https://www.censis.it/sites/default/files/downloads/Sintesi%20dei%20risultati_VI%20Rapporto%20Assogestioni-Censis.pdf
(2)https://www.jpmorgan.com/insights/sustainability/debunking-the-top-five-sustainable-investing-myths
(3)https://www.istat.it/statistiche-per-temi/focus/benessere-e-sostenibilita/obiettivi-di-sviluppo-sostenibile/quali-sono-i-17-goals/
(4)https://www.consob.it/web/area-pubblica/abs-rf/-/asset_publisher/Ir0V5xvz7Z8K/content/report-famiglie-2024/11973
(5)https://www.consob.it/documents/11973/287812/rf2024.pdf/f6025c22-1683-e191-ea3f-5e1f8acb8e99
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